A fine ‘700 il neoclassicismo riscopre la perfezione delle forme e gli ideali estetici dell’arte greca e romana. Le grandi scoperte archeologiche effettuate tra il settecento e l’ottocento (in concomitanza con le scoperte botaniche che ci portarono le rose cinesi) suscitano un grande interesse negli ambienti intellettuali e artistici europei, affascinati da una serie di simboli il cui significato è profondamente radicato non solo nella cultura ebraico-cristiana, ma anche in quella egizia. I cimiteri monumentali (intesi come luoghi in cui il tributo ai defunti diventa opera d’arte) non a caso, nascono proprio in questo secolo così ricco di stimoli culturali che si concretizzeranno anche nella nascita di una simbologia funeraria che si ripete identica dal Père Lachaise di Parigi, a High Gate a Londra, dal monumentale di Milano, a Staglieno fino ad arrivare al nostro piccolo campo santo di Murta.

Ogni cimitero monumentale, incluso il nostro, dunque è una sorta di atlante iconografico che riflette la cultura del tempo in cui è stato realizzato. Cosa tanto più vera nel caso di un cimitero “dismesso” come quello di Murta in cui il tempo sembra essersi cristallizzato e i mancati interventi di rimozione delle sepolture che si succedono periodicamente nei campi in “attività” hanno consentito una buona conservazione delle tombe che presentano i simboli funerari di fine ottocento/primo novecento.

I simboli nel Cimitero di Murta

Portale: l’imponente portale realizzato nel 1835 e restaurato recentemente dal Comune di Genova si presenta con una forma neoclassica: ai lati del frontone due urne, simbolo di origine romana tra i più ricorrenti dei cimiteri ottocenteschi che rappresentano il corpo, contenitore dell’anima e che ci introducono all’interno del giardino, rammentandoci che la nostra vita spirituale è immortale. Al centro del frontone una croce inserita in un cerchio che simboleggia l’eternità. Le urne ritornano anche sull’obelisco al lato della croce centrale e come pomi di alcune ringhiere.

Croce centrale: è uno degli elementi più didascalici del giardino. La croce celtica, non molto comune nei cimiteri cattolici, rappresenta l’eternità delle vita in Cristo (perché la croce è inserita in un cerchio, simbolo della vita che si ripete ciclicamente e quindi eternamente). Ai lati del braccio orizzontale, foglie di Acanto, pianta che dai primi secoli del cristianesimo indica la resurrezione. Sul braccio verticale il Crisma, monogramma di Cristo composto dalle lettere greche X (Chi) e P (Rho), già usato dalle prime comunità cristiane e diffuso in epoca costantiniana. Spesso lo si trova tra l’alpha (α) e l’omega (Ω) a indicare che Cristo è inizio e fine di tutto e inscritto in un cerchio semplice o triplo. Al centro del braccio orizzontale, si intravedono le lettere D O M (Dominus). Sulla colonna, troviamo la torcia rovesciata che indica l’anima che continua a vivere come torcia accesa nell’aldilà.

Ghirlande di fiori: i fiori sono sicuramente l’elemento decorativo più usato come incisione o basso-rilievo all’interno del cimitero. Essi sono simbolo di vita e di abbondanza. Sulle tombe degli anni trenta, richiamano il gusto Liberty dei primi del ‘900. Segnaliamo in particolare la decorazione a basso rilievo della tomba nell’immagine perché tra i fiori spicca un bocciolo molto simile a quello delle rose tè che si nel giardino.

Uroboro/basilisco: Simbolo di origine egizia che racchiude l’idea del movimento, della continuità, dell’eterno ritorno. Divenne un simbolo esoterico nel mondo antico per indicare l’eternità, cioè il tempo che si riproduce continuamente.

Clessidra alata: simboleggia l’incessante passaggio del tempo: la sabbia si sposta verso il basso, ricordando all’uomo che dovrà tornare alla terra. In questo caso, la clessidra alata ci ricorda che il tempo fugge.

Edera: dall’epoca romana indica fedeltà ed eternità.