Le Rose chinensis che arrivarono in Europa ufficialmente a fine 1700 e che, definiamo
‘capostipiti’, erano ibridi prodotti dai sapienti giardinieri cinesi forse centinaia di anni
prima dell’arrivo degli europei. Non sono dunque varietà che crescono
spontaneamente in Cina.

Naturalmente, la ricerca della Rosa chinensis botanica tenne occupati i cacciatori di
piante molto a lungo, fino a che nel 1885 Augustine Henry individuò a Ichang un
esemplare di rosa molto vigorosa, a fiore semplice, con un colore cangiante dal rosa al
rosso che fu denominata Rosa chinensis var. spontanea, successivamente oggetto di
ulteriori ricerche concluse nel 1983 quando il giapponese Mikinori Ogisu ne trovò altri esemplari nella provincia di Sichuan: non solo rosa, ma anche bianchi.

Nel 1882 anche il botanico George Watt partì alla volta dello stato indiano del Manipur, individuando una rosa maestosa che fu chiamata Rosa macrocarpa a causa della
dimensione considerevole dei cinorrodi, cioè delle bacche.

Nel 1888, il Generale Henry Collet rinvenne un’altra varietà in Birmania che chiamò Rosa gigantea a causa delle sue dimensioni davvero straordinarie. Le rose di Watt e Collet messe a confronto risultarono essere la stessa specie che fu identificata come madre delle rose tè dal Dott. C.C. Hurst che negli anni ’20 avviò uno studio genetico sulle ‘capostipiti’, giungendo alla conclusione che due di esse: ‘Hume’s Blush tea-scented China’ e ‘Park’s Yellow tea-scented China’ erano figlie proprio della Rosa gigantea.

Nel giardino abbiamo due esemplari di R. chinensis var. spontanea: ‘Pink form’ e ‘Red Form’ e due di ibridi di Rosa gigantea: la maestosa ‘Lijang Road climber’ (così chiamata dalla provincia in cui fu rinvenuta nel 1995 dall’italiano Gianlupo Osti e da Walter Branchi un paio di anni dopo) e la ‘Fortune’s double yellow’, introdotta in Inghilterra da Robert Fortune che l’aveva trovata in un giardino di Nigpo nel 1843.
Come già detto nella sezione ‘Le capostipiti’, anche la ‘Fée opale’ (not ‘Park’s yellow tea-scented China) è un ibrido di gigantea che nasce, probabilmente, da semenzale di ‘Fortune’ double yellow’ alla quale è molto simile per fogliame, rami e periodo di fioritura.