Per ricostruire il legame esistente tra il tè e le rose cinesi ospiti della nostra collezione botanica, bisogna tornare indietro nel tempo, fino all’epoca in cui mercanti e monaci si avventurarono verso oriente, percorrendo la via della seta. Già allora, infatti, questi coraggiosi viaggiatori si imbatterono nelle mirabilia del paese dei Mandarini: cose mai viste prima nei loro paese d’origine: una strana bevanda ottenuta dalle foglie di un arbusto e piante di rose in fiore tutto l’anno. È molto probabile infatti che, anche se l’arrivo ufficiale di entrambi gli ingredienti del nostro progetto, il tè e le rose, è stato fissato dagli storici dopo la seconda metà del 1600 e la fine del 1700, in realtà, entrambi fossero già presenti in Europa addirittura dal 1400. In alcuni quadri rinascimentali, infatti, sono state ritratte rose riconducibili per il loro aspetto e i loro colori alle Stud Chinas che vi abbiamo mostrato nel roseto.

Le grandi esplorazioni botaniche della Cina, tuttavia, furono avviate soprattutto alla fine 1700, quando i cacciatori di piante furono assoldati sia dagli orti botanici europei che dalle Compagnie delle Indie per reperire le rarità botaniche orientali e per far arrivare in Europa le foglie da cui ottenere l’infuso cinese che stava diventando sempre più richiesto. Tè, rose e porcellane viaggiavano a bordo degli East Indiamen e dei veloci tea clippers, i vascelli della Compagnia britannica portatori di bellezza e bontà. La leggenda racconta che le rose definite tea-scented (al profumo di tè) siano state chiamate così per il loro forte aroma di tè attribuito inizialmente proprio al lungo viaggio fatto accanto alle casse in cui erano contenute le foglie essiccate della Camellia sinensis, la pianta del tè. In realtà, soprattutto la Hume’s blush ha veramente un aroma che ricorda un pacchetto di tè appena aperto.

Di alcuni esploratori del verde, abbiamo già parlato: Park, Slater, Henry, Watt. Ma il nome che indica maggiormente il legame esistente tra la diffusione del tè in Europa e la scoperta di nuove rose in Cina è senz’altro quello di Robert Fortune.

Personaggio molto affascinante, Fortune era un intraprendente giardiniere scozzese che mise la sua competenza e il suo coraggio a servizio della Royal Horticultural Society e della Compagnia delle Indie britannica. Nel corso di diverse spedizioni in Cina, a partire dal 1843 riuscì a reperire una notevole quantità di nuove specie (peonie, camelie, esemplari di spiraea, crisantemi, gardenie) che oggi popolano i nostri giardini e riuscì a carpire i segreti della coltivazione e produzione di tè, addentrandosi nel cuore del paese dei Mandarini travestito come uno di loro. Fu grazie a lui se l’Inghilterra riuscì ad avviare le sue piantagioni di Camellia sinensis e Camellia assamica (le piante del tè) in India e in altri territori coloniali, affrancando il mercato dai pesanti dazi imposti dalla Cina e contribuendo di fatto alla nascita dell’ora del tè in occidente.

Nel giardino, al momento, ospitiamo una delle rose da lui introdotta in Europa la Fortune’s Double Yellow, ma sarà nostra premura cercare di ottenere anche altri esemplari tra cui la Fortune’s five colours, la R. x fortuneana (1854) e R. triphylla (1844) …che la caccia alle rose di Fortune abbia inizio dunque!